L’ingratitudine verso i Flora e le assurde critiche

FLORA ANTONIODavvero non riesco a darmi pace. E penso anche ai diretti destinatari di queste “critiche”. Parole buttate lì, con rabbia mista a superficialità ed ignoranza, e figlie di un insano assolutizzare il risultato di una partita di pallone.
Il calcio piace anche a me, è una mia grande passione. Ma mi sforzo di essere equilibrato, di dare il giusto peso. Chi in queste ore torna a riproporre vecchi refrain contro l’attuale dirigenza del Brindisi, invece, non ha la serenità e la onestà per commentare. Liberissimi, ovviamente.
Ma anzitutto c’è tanta –ma tanta- ingratitudine in tali “critiche”. Verrebbe da riportarne alcune ma non è il caso: i responsabili potrebbero arrabbiarsi. Ma uno si chiede cosa altro dovrebbe fare un presidente, che inoltre non è neppure di Brindisi, oltre a salvare da sicuro fallimento una società, evitare che il Brindisi scomparisse, costruire una squadra la stagione successiva (subendo alcuni ostracismi interni che, in realtà, hanno determinato non poco il mancato successo), e costruire –da solo- ancora una volta una squadra, ancora più forte, nonostante la palese ostilità di molti ed un atteggiamento delle istituzioni quanto meno ondivago.
Cos’altro deve fare una persona che, per pura passione, vuole regalare ad una città (che pure non è sua) un successo calcistico?
Ecco, per il poco che conto ed a rischio d’esser frainteso e, a mia volta, offeso e “criticato”, dico grazie alla famiglia Flora e, in particolare, al dottor Antonio Flora. E vorrei persino porgere le scuse a nome di tutti costoro. Ma non ne ho il mandato, né il diritto, forse. Ed allora dico che mi spiace davvero tanto per la nera ingratitudine e per la sofferenza che tanti “tifosi” miei concittadini le stanno crudelmente dando. Spero un giorno si rendano conto.

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