Basta assurde rivalità: Brindisi unita nel calcio e nel basket

Cosa sono nove minuti? Nulla. E poi – lo assicuro – questo video è fatto bene con un mix di immagini (a loro modo “storiche”) e di interventi. Guardatelo e non vi pentirete.

Ma perché  viene pubblicato? Per omaggiare Muro, certamente (detto fra noi: abbiamo avuto fior di cestisti, tiratori e non solo, italiani e stranieri. Mettere Muro sul “podio” è esagerato) e per ricordare quegli anni in cui, grazie soprattutto a Massimo Ferrarese (ma non solo lui) Brindisi torna nell’olimpo della pallacanestro italiana dove ancora milita oggi.

Ma l’intento principale è un altro (se poi verrà raggiunto non lo sappiamo né possiamo dirlo ora) : Brindisi ha vissuto una stranissima anomalia -durata pressoché un ventennio o poco meno) passando da una bellissima situazione in cui gli appassionati di sport seguivano con eguale interesse e il calcio e la pallacanestro.

 

E’ un po’ stucchevole ripetere il fatto che si usciva dallo stadio e si andava al palazzetto (allora situato in via Ruta, prima dell’avvento dell’impianto di Contrada Masseriola): epperò è un fatto vero. Certo, numericamente coloro che dagli spalti del Comunale si trasferivano ai gradoni del palazzetto, non erano tantissimi. Ma un fatto è certo: tutti si tifava Brindisi. Nessuno, ma proprio nessuno si sognava un dualismo o peggio una rivalità.

Eppure è precisamente quanto è successo. Non è il caso, forse, di andare a ricercare i responsabili di tale scontro “fratricida”  protrattosi per lunghi anni e culminato con la vergognosa –si, vergognosa– scritta comparsa sul muro esterno dello stadio

CHI AMA ....

 

In questi giorni in cui si ritorna a parlare di pallone in città (una società che, stando alle prime dichiarazioni almeno, vuole curare molto il rapporto con la tifoseria e la città) e la Pallacanestro Brindisi (oggi “New Basket”) saldamente in mano a Marino e Marinò si accinge, nonostante mille difficoltà -non ultima, anzi, la parziale “defezione” dell’Enel- a vivere da protagonista la ennesima stagione in Serie A , ecco sarebbe bello mettere la parola fine a tale assurda rivalità calcio-basket.

Lo ribadiamo: sebbene vi siano precise responsabilità non è il momento di rivangare il passato. Mettiamo una pietra sopra. E tifiamo tutti Brindisi. Le basi ci sono. Non sarebbe male se i maggiori responsabili dei due sodalizi sancissero in modo esplicito non una “tregua” ma una vera e propria pace duratura  (tra pallone e pallacanestro) ed un impegno comune in tal senso venisse reso pubblico attraverso i mezzi di comunicazione. Noi ci crediamo. E lo speriamo.

Claudio Lupetto Malagoli

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