così io vedo le cose (o non sono libero di scriverlo?)

Io non ho il sonoro –la registrazione, intendo- della infelice telefonata di oltrePRESIDENTE ANTONIO FLORA un mese fa durante una trasmissione televisiva. Se l’avessi lo trasmetterei in continuazione: io fui estremamente colpito già in tempo reale perché era evidente il duro attacco al Presidente. Un attacco feroce, sconvolgente, inaudito. Fu bravissimo il dottor Flora a non reagire, ebbe molto autocontrollo e fece bene. Ma solo un ingenuo poteva pensare non fosse accaduto nulla: troppo dure le parole ed inconsistenti le spiegazioni fornite. C’è di più: dopo l’infausta vicenda nessuno –dico:nessuno (tranne il modesto estensore di queste note)- ebbe il buonsenso di esprimere solidarietà a chi era stato attaccato in un modo incredibile. Anzi, a dir il vero, persone dell’ambiente si “schieravano” contro il dottor Flora e, per dirla tutta, alcuni tesserati se parlavano lo facevano per rivendicare la serietà del DG e l’attaccamento a lui.

A questo va aggiunta la chiara –cristallina, trasparente, non ipocrita- posizione del Presidente che con franchezza “denunciò” un andazzo del calcio attuale che lui non condivide (lo strapotere di certi procuratori e la loro avidità) e che, nel mio piccolo, ho sempre rilevato come uno dei problemi del c.d. “calcio moderno”.

Ovvio che il Presidente aveva toccato dei nervi scoperti. E la reazione è stata brutale e scomposta. Ma ha fatto bene. Proseguo: il dottor Flora sta impiegando risorse finanziarie sue e della sua famiglia (tralasciamo il fatto che, probabilmente, son venuti a mancare degli ulteriori aiuti che in qualche modo gli erano stati garantiti e senza contare quanti paganti ci sono la Domenica allo stadio) e comunque ha il potere decisionale. Lui è il Presidente, gli altri –tutti gli altri- sono dei dipendenti, stipendiati da lui.

E mi fermo qui. Non entro –per ora- in discorsi tecnici né in quelli che riguardano il comportamento di alcuni calciatori, in campo e fuori. Flora è persona seria, onesta ed intelligente. Saprà bene come tirare fuori il Brindisi da questa situazione in cui si trova non certo per colpa dell’imprenditore barese (che anzi ha il grosso merito di aver salvato il Brindisini dall’ennesimo fallimento causato dalla perenne litigiosità e dai dispetti della precedente dirigenza).

Chiudo con una domanda, senza naturalmente illudermi d’aver una risposta: chi ha deciso l’arrivo di Albano? Perché è stato volutamente accantonato in panchina? Nella sua venuta e nella sua cessione, forse, ci sono alcune delle risposte alla situazione che sta vivendo il Brindisi. Ed infine un invito al collega Fabrizio Caianiello: invece di rivedere fasi di gioco e/o momenti di coreografia festosa faccia risentire quella telefonata. Non per fomentare dissidi ma, al contrario, per evidenziare certe posizioni personali che così tanto hanno nuociuto alla causa del Brindisi.

Francesco Mignogna al Taranto: GIUSTO COSI!

Le polemiche non servono a niente (quasi sempre sono sterili o producono danni) ma come fare a non ricordare –seppur solo brevissamente- che in estate son stati liquidati (pare in modo pure poco educato) calciatori come Taurino, Mignogna, Caravaglio, Galetti, Miale, Ciano e molti altri?

E, un ricordo tira l’altro, come fare a dimenticare che pochi mesi prima un gruppetto di scalmanati (probabilmente eterodiretto) han “fatto fuori” Boccolini, Sensibile e Giannattasio (cioè il 70% della storia del calcio brindisino) che si erano impegnati a tornar in campo per quella maglia che con tanta fierezza avevano indossato in Serie B.

Scalmanati violenti han poi “preteso” che la c.d. “dirigenza politica” si togliesse dai piedi: aggressioni, minacce, contestazioni ed (ex) Dirigenti che pubblicamente dicevano “la città intera, è risaputo, vuole Francioso allenatore del Brindisi”. Ed il povero Maiuri costretto a lavorare in questo inferno.

Poi l’irriflesso ed irrazionale istinto distruttivo ha portato allo smembramento della Società (creata grazie a Mennitti e che solo grazie a Mennitti ha potuto accedere alla Serie D) ed ora: una persona al comando che attende (spetta e spera…) i promessi aiuti dalla Amministrazione –che finora ha fatto solo due abbonamenti, e lo ha fatto in modo plateale e con enfasi davvero inspiegabile. Hanno il loro “orgoglio brindisino” in panca (veramente in panca, date le numerose squalifiche ci sta poco). Ecco. Hanno ottenuto tutto. Ora manca solo la ciliegina. Quando arriverà (la ciliegina) vi dico qual è.

Tornando a Mignogna: auguri vivissimi ad un calciatore che ci ha deliziato, sebbene per una sola stagione. Auguri a te ed al tuo amato Taranto che davvero merita la Serie A. Per noi invece “la Serie D è pure un lusso”. Evviva i nostri ultrà, forti come Attila. Che dove passava lui…